I glucocorticoidi sono nostri potenti alleati contro linfiammazione da oltre 70 anni e si collocano tra i farmaci più utilizzati per il trattamento di svariate condizioni e patologie Vediamo insieme come funzionano e quando utilizzarli. SIF Magazine
Dunque, anche se non è ancora stata individuata una cura definitiva per la sclerosi multipla, sono disponibiliterapie in grado di modificare favorevolmente il decorso della malattia, ridurre la gravità e la durata degli attacchi e l’impatto dei sintomi. Le compresse utilizzate a lungo possono causare un aumento dell’appetito, con conseguenti aumento di peso e assottigliamento della pelle, oltre che debolezza muscolare, acne, ulcera peptica, rallentamento della guarigione di ferito o della crescita in caso di somministrazione a bambini. I FANS hanno un effetto antiinfiammatorio, analgesico ed antipiretico, tutti relativi alla loro interazione con la cascata dell’acido arachidonico. L’acido arachidonico è una molecola presente nelle membrane delle nostre cellule che grazie ad un enzima, chiamato ciclossigenasi o COX, viene trasformato in prostaglandine. Queste sono le vere responsabili dell’attivazione della infiammazione, dell’aumento della temperatura corporea e della percezione del dolore. Questa classe di farmaci è tra le più utilizzate al mondo e deve il proprio nome alla distinzione che si fa sulla base della struttura chimica tra gli antinfiammatori che derivano dal cortisone (detti anche cortisonici o steroidei) e quelli, appunto, che hanno una struttura non-steroidea.
Ma l’azione antidolorifica e antipiretica di alcune piante era già nota tra i Sumeri e nell’antico Egitto. La storia moderna del capostipite dei FANS, il salicilato, inizia però solo nel XVIII secolo con l’osservazione del reverendo Edward Stone, oggetto di una comunicazione alla Royal Society, sull’effetto antipiretico dei salicilati e continua nel XIX secolo con la l’estrazione e la sintesi chimica del principio attivo. Solo nel 1897 venne sintetizzato da un chimico impiegato presso i laboratori Bayer, Felix Hoffmann, l’acido acetilsalicilico (ASA) e solo due anni dopo ne fu iniziata la commercializzazione. L’ASA composto presentava gli stessi effetti terapeutici dell’acido salicilico, ma con minori effetti collaterali soprattutto a livello gastroenterico. I farmaci in grado di incidere sui meccanismi alla base della malattia, e quindi di modificarne il decorso, sono trattamenti che agiscono con modalità diverse a vari livelli del sistema immunitario. Come anticipato, questi farmaci non rappresentano ancora una cura definitiva ma sono in grado – nella maggior parte dei casi – di ridurre il numero di ricadute e la loro severità.
Le prostacicline hanno un’azione vasodilatatoria mentre i trombossani sono vasocostrittori e promuovono la formazione di trombi, evento particolarmente problematico nei pazienti affetti da aterosclerosi. Infatti, il processo aterosclerotico causa un aumento della produzione di trombossano e il ruolo della COX-2 diventa molto importante con la produzione di prostaciclina che previene la formazione di trombi nei vasi sanguigni. In caso di insufficienza surrenalica si utilizzano basse dosi di glucocorticoidi come terapia sostitutiva (cioè per sopperire alla mancata produzione endogena). A dosaggi maggiori i glucocorticoidi vengono utilizzati per controllare i processi infiammatori (di origine traumatica, malattie infiammatorie intestinali, allergie ed asma).
Effetti collaterali meno frequenti
ET-1 agirebbe a livello renale potenziando la ritenzione di acqua e sale e a livello sistemico incrementando le resistenze vascolari. È improbabile che pazienti con normale funzione renale sviluppino AKI secondaria all’uso di FANS contrariamente a quanto può accadere in pazienti con storia di ipertensione arteriosa, nota insufficienza renale, scompenso cardiaco congestizio, diabete mellito, cirrosi epatica scompensata. Inoltre, l’uso concomitante di altri farmaci potenzialmente nefrotossici (aminoglicosidi, cisplatino, mezzo di contrasto iodato, etc,) in presenza di fattori precipitanti (ipovolemia) possono aumentare il rischio di indurre AKI principalmente, ma non esclusivamente, dovuto a Nefrite Interstiziale Acuta (NIA). Nonostante siano ben conosciuti gli effetti collaterali e tossici di questa classe di farmaci a carico di diversi organi ed apparati, le segnalazioni di eventi avversi (AEs) renali risultano minimali nei registri AIFA se rapportate agli effetti collaterali su altri organi ed apparati. Nella pratica medica, il farmaco viene iniettato nel corpo per via enterale, cioè attraverso il tratto gastrointestinale, le altre vie di somministrazione sono dette parenterali.
- Tuttavia, va nuovamente ricordato che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato.
- Gli anticorpi monoclonali utilizzati per il trattamento di melanomi avanzati in soggetti adulti in cui altre terapie sono state fallimentari sembrano stimolare la patogenesi di polimialgia reumatica che tende però a rispondere correttamente a una terapia di corticosteroidi (68)(69).
- Alcuni recenti studi clinici hanno dimostrato che potrebbe essere utile iniziare la terapia con gli interferoni beta già dopo il primo attacco riferibile a sclerosi multipla qualora, all’esame di risonanza magnetica, siano rilevabili caratteristiche compatibili con la malattia.
- Agisce interferendo con la moltiplicazione delle cellule ed è perciò particolarmente attivo sulle cellule che si riproducono più spesso, come le cellule del sangue.
- L’inibizione della COX da aspirina è irreversibile, mentre quello degli altri FANS è reversibile.
Tutti le classi di FANS sono potenzialmente causa di NIA, anche se gli aril-propionici (Profeni) sembrano più frequentemente associati a tale complicanza. Nonostante le reazioni di ipersensibilità ritardata, come nel caso di NIA da farmaci, dipendano dalla specifica sostanza cui il paziente è stato esposto, è possibile la comparsa di fenomeni di cross-reattività, per somiglianza strutturale, tra farmaci diversi appartenenti alla stessa sottofamiglia. Perciò, ad esempio, un paziente che ha sviluppato NIA secondaria a ibuprofene, potrebbe presentare una recidiva in caso di esposizione al fenoprofene [32]. OKI®, principio attivo ketoprofene sale di lisina, è un farmaco appartenente alla famiglia dei farmaci anti-infiammatori non steroidei (conosciuti con l’acronimo FANS),… In età prescolare, oltre alla terapia giornaliera, si può considerare la nuova strategia terapeutica intermittente con steroide per via inalatoria ad alto dosaggio associata al salbutamolo per pochi giorni appena inizia un’ infezione respiratoria che quasi sempre è il trigger delle riacutizzazioni.
ARTICOLI FARMACO STEROIDEO
Il testosterone è dunque un ormone prodotto dal nostro organismo, ma può anche essere utilizzato come farmaco o impropriamente per migliorare le prestazioni in molti sport, come prodotto anti-invecchiamento o per aumentare il desiderio sessuale [2]. Precursori, derivati e metaboliti del testosterone sono utilizzati come steroidi anabolizzanti. Modifiche sintetiche di queste molecole ne hanno trasformato alcune proprietà rendendole più solubili e capaci di rimanere più a lungo nell’organismo, aumentando le proprietà anabolizzanti e minimizzando le proprietà androgene del testosterone. Perciò, gli steroidi anabolizzanti come il nandrolone hanno un effetto anabolizzante massimo e limitata azione androgena sui caratteri sessuali secondari. Ciononostante provocano frequentemente mascolinizzazione nelle donne (acne deturpante, 40–54% delle utilizzatrici) e femminilizzazione negli uomini (ginecomastia, 30% circa degli utilizzatori).
- L’assorbimento nel sangue è variabile pertanto per valutare se il dosaggio del farmaco è ottimale è necessario controllarne la quantità ematica (ciclosporinemia) con un prelievo.
- Tale farmaco agisce sui tendini a causa del suo effetto tendinotossico che induce apoptosi delle cellule tendinee.
- Attualmente in Italia come AAS ad uso umano è rimasto solo il Testosterone, mentre all’estero come negli USA o in altri paesi sono rimasti disponibili altri farmaci usati come anabolizzanti a ridotto potere androgeno come Nandrolone, Oxandrolone e Ossimetolone.
- La funzione antiinfiammatoria dei FANS è legata alla capacità di inibizione delle prostaglandine e della biosintesi dei prostanoidi attraverso il blocco di COX.
Gli antinfiammatori steroidei (cortisonici o corticosteroidi) derivano dal cortisone e agiscono bloccando il processo infiammatorio. Sono sintetizzati con una struttura simile al cortisolo (ormone naturale secreto dalle ghiandole surrenali) e sono in grado di modulare le reazioni infiammatorie. 376 che disciplina in Italia la tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping. Il doping è un reato penale, punito fino a tre anni di reclusione (che possono diventare di più se insorgono danni effettivi per la salute), se ad essere indotto ad assumere sostanze vietate per doping è un minorenne o se, a distribuire le sostanze, è un dipendente del CONI. È doveroso far capire agli utenti che questo articolo è scritto solo a scopo informativo, senza pregiudizi verso chi sceglie liberamente la strada del doping. Non è neanche un incitamento all’uso di sostanze dopanti, ma rendere consapevole l’utente medio di cosa sia il doping e che effetti abbia sul nostro organismo.
Effetti collaterali degli anabolizzanti
Esistono diversi principi attivi che rientrano nella categoria dei FANS, tutti quanti sono accomunati dallo stesso meccanismo di azione. Gli steroidi per via inalatoria sono i farmaci di prima linea e di prima scelta nel trattamento dell’asma lieve persistente, ma, quando inefficaci o non tollerati, possono essere sostituiti, come seconda scelta, dagli antagonisti dei leucotrieni. Questi ultimi invece sono sconsigliati nell’asma grave persistente in quanto non efficaci e potenzialmente associati allo sviluppo di complicanze quali la sindrome di Churg-Strauss. L’uso di montelukast e lo sviluppo di disturbi comportamentali dell’umore, pensieri e comportamenti suicidiari e suicidi, hanno spinto la Food and Drug Administration ad una revisione dei dati di sicurezza di tale possibile associazione. Gli steroidi (il cortisone) sono farmaci che si possono somministrare per provocare la morte delle cellule di mieloma, come anche per potenziare l’effetto della chemioterapia e delle terapie a bersaglio molecolare. Di solito si somministrano in compresse, ma per chi ha difficoltà di deglutizione sono disponibili in forma solubile o liquida.
In questo caso il medico prescriverà una semplice analisi del sangue e delle urine per verificare tali valori. Tuttavia, se la sete aumenta sensibilmente o se il bisogno di urinare si fa più frequente, è bene informare il medico. I glucocorticoidi vengono somministrati prevalentemente per via orale (grazie alla loro capacità di essere assorbiti a livello intestinale). Sono disponibili anche preparazioni da somministrare per via intramuscolare o endovenosa (indicate soprattutto nelle emergenze), per uso topico (pomate e creme), per uso inalatorio (aerosol, bombolette pressurizzate e spray nasali) e colliri. Sia i glucocorticoidi naturali che quelli sintetici agiscono principalmente attraverso il legame con il loro recettore chiamato, appunto, recettore dei glucocorticoidi o GR. Il GR è presente in quasi tutte le cellule del nostro organismo; in presenza dei glucocorticoidi, il GR si attiva ed entra nel nucleo cellulare, dove è in grado di controllare il funzionamento dei geni aumentando (o diminuendo) la produzione delle proteine.
Quali sono gli steroidi più noti?
Sappiamo che protocolli senza steroide vengono utilizzati “solo” nel 20-30% dei pazienti, con grande differenza da centro a centro e da nazione a nazione. Non esistono dubbi sul fatto che i protocolli senza steroide aumentino il rischio di rigetto acuto, calcolato tra il 58%-77% [6], ma, nello stesso tempo, sappiamo che non riducono la sopravvivenza del trapianto, almeno entro i primi 5 e 10 anni [6-7]. Purtroppo, non riducono neppure la mortalità del paziente, come invece atteso, vista la riduzione significativa di alcuni tra i principali fattori di rischio di malattia cardiovascolare (diabete, ipertensione, dislipidemia), sempre segnalata in questi casi [7]. Partendo da queste evidenze, ritengo che i protocolli senza steroide, oggi debbano porsi come unico obiettivo principale quello di evitare i noti effetti collaterali, al fine di migliorare la qualità di vita del paziente, migliorare la sua aderenza alla terapia e ridurre la morbilità cardiovascolare.
Questi eventi avversi possono essere curati tramite l’uso di NSAIDs o prednisone o l’interruzione della terapia con interferone. Tra l’1 e il 4% di pazienti che subiscono un’infiltrazione intrarticolare di corticosteroidi si sviluppa un processo infiammatorio localizzato dopo poche ore dall’infiltrazione che si risolve spontaneamente o con farmaci antiinfiammatori non steroidei (di seguito NSAIDs) e ghiaccio. Dal momento che l’artrite settica è la complicazione maggiormente temuta post infiltrazione, bisogna identificare https://www.arnyekolas.hu/dosaggio-e-corsi-di-clenbuterolo-le-ultime-novita/ i soggetti maggiormente a rischio di questa rara complicazione, che sono i pazienti reumatici che ricevono farmaci citotossici (18)(5). I disordini muscoloscheltrici indotti dall’uso e dall’abuso di farmaci sono caratterizzati da una complessa presentazione clinica sebbene il dolore articolare e il dolore muscolare siano spesso gli unici sintomi lamentati dal paziente. I dati disponibili in letteratura, infine, risultano ancora meno chiari per quanto riguarda il presunto ruolo degli analgesici nella induzione di CKD.